MARZO

Si parte da Claut, in paese. Tecnicamente il Sentiero delle Creste di San Gualberto inizia dalla Conca Verde.Da qui, si attraversa la strada, si segue il torrente Ciàdula e si passa tra le case fino ad arrivare alla Chiesa di San Rocco, in corrispondenza della quale si prende a sinistra.dalla Chiesetta di San Rocco segui la strada asfaltata che alle sue spalle sale verso il colle, fai il primo curvone sulla sinistra (con il ponte sul Ciafurle), i tre tornanti e prosegui in salita fino a quota 700 mslm, dove sulla sinistra si stacca la traccia in salita per la fantomatica sella di quota 840 mslm alla base del Col dei PIais.Dalla sella di quota 840, il sentiero sale ora con decisione, affrontando il versante meridionale del Col Mittol, il primo rilievo a costituire le creste. In breve il bosco si fa sempre più rado e siamo circondati da un folto prato fiorito e tante farfalle. Per un po’ la pendenza non molla.Raggiungiamo un bivio (poco meno di 1000 mslm, cartello): sulla sinistra si scende all’imbocco della Val Settimana, noi invece prendiamo a destra – in salita, tra tornatini e curvette.Sbuchiamo infine su Col Mittol (1046 mslm), e iniziamo a fare sul serio, ma in senso bello. Ci rendiamo conto che siamo molto alti, ora, e che il panorama si sta aprendo sulla Val Settimana, alla nostra sinistra, sull’alta Valcellina, a destra, mentre di fronte a noi, in fondo, un grande monte inclinato inizia a fare da guida.Con Claut alla nostra destra e l’impressionante sequenza di pareti che compone la destra della Val Settimana ed è dominata da Monte Turlon, camminiamo ora su una stretta ma evidente e comoda traccia, a tratti in quota e a tratti erta. Di fronte abbiamo gli strati inclinati delle Pale de Cione, che quasi ci fanno da guida.Camminando, raggiungiamo nell’ordine Culisei (1169 mslm), dove si trova un consesso circolare di panche di legno; dopo un’ardua salita Cima dei Fagier (1372 mslm), sulla quale si trovano appunto dei faggi; e infine una nicchia naturale di pietra nella quale è stata di recente sistemata una scultura di legno raffigurante San Gualberto.Questo è il tratto più “difficile” dell’escursione. Ora, non c’è nulla di scomodo o difficile: soltanto serve stare attenti in alcuni passaggi, e soprattutto se il fondo è bagnato, perché la roccia e l’erba qui sanno essere piuttosto sdrucciolevoli. Il passaggio dura comunque poco; presto siamo su un’ennesima selletta e affrontiamo la breve salita fino a Cima Val Tremuoia (1452 mslm), punto più alto dell’escursione.Qui panorama ancora più bello, aria che si soffia in faccia, una piccola e semplice croce di legno.Ci apprestiamo alla discesa: proseguiamo oltre la croce e seguiamo il sentiero che attraversa in rapida sequenza alcuni ambienti eccezionali, e ben indicativi delle Dolomiti Friulane – il prato di versante inclinato, carico di fioriture in questa stagione, un ripido canalone, poi un ghiaione solcato dalla traccia che dobbiamo seguire, poi i faggi che segnalano la ricomparsa del bosco. Mentre scendiamo guardiamo alle nostre spalle: la vista è splendida, isolata e selvaggia.Siamo infine a Forcella della Cita (1144 mslm), sella per nulla panoramica perché dove abbiamo due possibilità per la discesa.Seguiamo allora il “nuovo” sentiero che percorre la cresta parallela a quella di San Gualberto e che, a differenza di questa, è coperta da un fitto bosco di faggi. Usiamo le virgolette sull’aggettivo nuovo, perché in realtà si tratta del ripristino di un’antica via seguita dai cacciatori della zona, e che quindi ha anche un importante valore tradizionale.Scesi su Forcella della Cita, cerchiamo di fronte a noi (cioè sul versante opposto) l’attacco del nuovo sentiero. Il sentiero è ben sistemato con gradini di legno fino alla cima della Punta di Sep (1331 mslm).Da qui, torniamo di qualche passo indietro e più o meno capiamo che il sentiero “delle nuove creste” scende pendente di alcune decine di metri. Ora la traccia si regolarizza e diventa facile da seguire, proseguendo verso ovest sud ovest verso il paese di Claut. In successione passiamo su Croda Spissa (1205 mslm), dove si trova un grosso masso di calcare, e poi sul Monte Ciade (1179 mslm). Passiamo un paio di punti esposti e a ridosso di pareti di roccia, da affrontare con concentrazione – ma brevissimi.Dopo il Monte Ciade, il panorama infine si apre su Claut e sulla valle. Il tramonto ci accompagna mentre il sentiero entra nel bosco e diventa una vecchia mulattiera, che seguiamo fino a a sbucare su una seconda mulattiera (680 mslm). Prendiamo a sinistra e scendiamo in paese, nei pressi della Chiesetta di San Rocco.

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